BIBLIOTECA NUOVA
PUBBLICATA DA G. DAELLI
Stabil. tip. già Bonlotti, diretto da F. Gareffi.
IL
RE DEI RE
CONVOGLIO DIRETTO
NELL'XI SECOLO
PER
F. PETRUCCELLI DELLA GATTINA
VOL. IV.
MILANO
G. Daelli e C. Editori.
1864.
Alla nostra città non fe' paura
Arrigo già con tutta la sua possa
Quando i confini avea presso alle mura.
Sicuro Enrico di lasciar ben curate le sue cose di Germania aFederico di Staufen, senza mettere indugi prese le mosse per allavolta d'Italia. Il considerevole esercito seguivano assai travescovi, principi, duchi e signori di ogni grado, e per dovunquepassava con le voci di plauso raccoglieva attestati di divozione e diomaggio. Segnatamente gl'Italiani, ahi pur troppo! che dalla venutadel re speravano messe di gloria e concessioni di libertà. Le schieredei combattenti correvano a folla sotto le sue bandiere. Ogni Comunemandava le sue milizie cittadine. Ogni barone conduceva i suoi uominid'armi e cavalcava al campo. Sicchè Enrico, giunto a Verona ove(p. 8) celebrò la Pasqua, si trovò a capo di esercito poderoso, ilquale niente meglio desiderava che pugna, che vendetta dell'astiosopontefice. Dall'altro lato la contessa Matilde aveva messe insiemele sue bande e comandato ai suoi vassalli che, chiunque possedesseuna spada ed un cavallo fosse atto a servirsene, la seguisseronella spedizione contra il re. Ed ella stessa, lasciate da banda lemollezze femminili, che veramente non conobbe mai troppo, lasciateda banda le discettazioni teologiche e le pratiche beate delladivozione, vestì lorica e celata ed al campo di Mantova trasse.
Le sue genti sovra i giachi di maglia e le corazze portavano cortatonica bianca divisata di croce nera, ed a foggia di croce l'elsadegli stocchi. Nei loro accampamenti non gironzavano cantoniere,giullari, istrioni, buffoni d'ogni maniera, e merciaiuoli. Invece,frati d'ogni colore a tutti i crocicchi alzavano panche, e fatto unpo' di crocchio predicavano irate parole contro Enrico il Madianita,che veniva a contristare Israele, e seminare le discordie nelle terredi Canaan. E quei soldati severi nelle fisonomie e nella condotta,lungi dal rompersi a crapole su per bische e lupanari, e ad orgieubbriache nelle osterie, nelle parole parchi, negli atti misurati,raccolti, a capo giuso, rassegnati, si ragunavano la mattina nelgrande spianato del campo, dove il vescovo Anselmo di Lucca, uomosulla taglia di Gregorio, (p. 9) celebrava la messa e trinciava lorobenedizioni a iosa. Ed al tramonto cantavano in uno l'angelus primadi dispensarsi alle guardie dei valli e delle trincee. Matilde siteneva sempre in mezzo di loro, ne parlava il linguaggio, la piùassidua nei lavori del campo, la più sagace nelle deliberazionidei capitani, dei disagi improvvida, delle fatiche non schiva. Alconspetto di altrui, nelle assemblee, percorrendo a cavallo le tende,il suo volto era sereno perchè aveva posto confidenza in Dio. Ma lanotte, ma nel silenzio ella non sapeva siffattamente imporre al suocuore di posare tranquillo sul pensiero, che le sue truppe eranopochissime e mal proprie contro l'esercito di En