ANTONIO BELTRAMELLI
Le Novelle
della Guerra
MILANO
Fratelli Treves, Editori
Secondo migliaio.
PROPRIETÀ LETTERARIA.
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati pertutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l’Olanda.
Milano, Tip. Treves — 1919.
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Le novelle della guerra.
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A te, vecchio babbo, che mi passi nel tuo silenzioaccanto; alla tua fierezza raccolta e al tuosaldo cuore di soldato consacro questa mia amorosafatica.
Il nostro orgoglio è uno: l’Italia; ma io vedoinferiore il mio còmpito di fronte a ciò che fuper te la vita. Io narro, tu hai agito; tu haivissuto il tuo poema d’amore da Curtatone aCustoza: dalla tua prima giovinezza alla tuamaturità compiuta, essendo sempre fra coloroche vollero.
Fermo alla tua fede fin da quando ti nacquedal cuore, per disdegno e gagliardia, finda quando ti valse la dura prigione e ti posedi fronte alla morte, hai veduto nascere e smoriree rinascere questa Italia nostra alla qualeciascuno di noi, entro il proprio confine, hadedicato tutta quanta l’anima; e nei giorni piùoscuri, allorchè ogni sogno di grandezza parevavano, di fronte alla miseria degli uomini,non hai deprecato nè dubitato mai.
Altri gridava maledicendo, tu hai taciuto nell’attesa.[8]Io mi ebbi da te la forza del perseverare,la dura costanza che macera e affina, lavirtù che ti regge all’incrociata e veglia lo spiritotuo chè non s’afflosci e troppo non ascoltie vilipeso non s’adiri e martoriato non si stanchi.Ciò che tu fosti e sei, vorrei essere io.E se pari siamo nell’amore all’Iddio indigete,vorrei avermi perenne, sul trascorrer degli anni,il religioso silenzio del tuo cuore che non dubitamai. Non più di questo e in questo lamia vita intiera. Fosse il mio come il tuo solcoe la mia forza pari alla tua, nel campo del miotravaglio, fra i due vesperi. Ora che troppe cosesi separano e tralignano e tormentate tormentanoa ricercare inverosimili strade, e l’insinceritàle conduce, ora più che mai io cerco il terrenodelle tue radici per impiantarmi in quelloe, nella mia qualsiasi forza, prosperare per quelche sono e voglio essere. L’ombra della casa degliavi non costringe nè immiserisce. È l’eternamontagna che dà vita alle fonti. Ed ogni casaha una finestra all’alba ed una al tramonto e,sopra, il cielo infinito; ogni casa ha la suaporta che si chiude su la notte e sulla tempesta;e, se tu vegli, vedrai sul tuo nido, sultuo esiguo spazio, sul tuo sacro nulla, il voltodelle stesse stelle che sono sul mare smisuratoe su le montagne abissali.
La parola è la stessa, sempre, per tutti gliuomini, su tutte le terre; e l’aspetto e l’animaè una. Ora troppi si sperdono che vanno per[9]roveti e sterpeti a ricercare ciò che è alla lorosoglia, ciò che si stende su la loro piccola casaquando il sonno li coglie.
Meglio è radicarsi alla terra antica ed esserela nuova pianta della selva sacra, dallaquale parlarono già le prime voci degli