STORIA
DEGLI ITALIANI
PER
CESARE CANTÙ
EDIZIONE POPOLARE
RIVEDUTA DALL'AUTORE E PORTATA FINO AGLI ULTIMI EVENTI
TOMO V.
TORINO
UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE
1875
[1]
Ponete una gente, la quale consideri suprema felicitàil riposo, e perciò affidi ogni cura a un enteastratto, chiamato il Governo; che all'unità, alla costituzione,al poter centrale, ad altre formole vagheimmoli la vera libertà, nel mentre a questa tributaun'idolatria, ricalcitrante ad ogni superiorità, fino aquella del merito; che professi principj assolutissimi,poi nell'applicazione li stringa in una mediocrità, rivelanteil contrasto fra assiomi che si adorano e conseguenzeche si ripudiano; e questa gente creda chead attuar riforme basti il decretarle; chiami civiltà ilsottomettere le idee ai fatti positivi e materiali, e lamisuri dalla quantità dello scrivere; e perchè essascrive assai, abbia di sè una stima così profonda,quanto sogliono essere i sentimenti non ragionati, eun conseguente disprezzo per ciò che a lei non somiglia;e pensando che ciò che le sta sott'occhio sia lanatura delle cose, non s'immagini una società senza re,nè un re che non faccia tutto: qual gente meno diquesta sarà capace d'intendere quel che chiamiamo ilmedioevo? Di sentimenti, di idee, di ordinamento politicoe sociale tanto diverso, qual meraviglia se, nelsecolo passato e dalla nazione legislatrice dell'eleganzae veneratrice della monarchia, fu giudicato con tanta,[2]non dirò ingiustizia, ma leggerezza? Un villano onestoma incolto, col vestire di cinquant'anni addietro, collacortesia ingenua ed espansiva, col parlare cordialmentechiassoso, ma che ignori le mille importanze del cinguettìocittadino, non sfogli gazzette, sappia scriverea malapena, moverà nausea alla squisita e frivola attillaturadella buona compagnia, e la ruvida scorza impediràdi apprezzare e nè tampoco scorgere quell'onestàa tutta prova, quell'inalterabile fedeltà alla parola,quell'effettivo amor del paese, quella limpidezza di buonsenso, quella disposizione ai sagrifizj, che nel suo villaggiolo fanno il consigliere dei dubbiosi, il conciliatoredei dissidenti, il padre dei poveri.
Tale ad una coltura cortigiana dovette apparire ilmedioevo. Al deperire delle cose sottentrano le finzioni;al fiaccarsi delle convinzioni s'ingentiliscono leforme. E di forme qual età fu più raffinata che l'antecedentealla nostra? laonde essa stomacava quell'altrache sì poco le rispettò, cruda di parole, zotica d'atti,stranamente ingenua e scortesemente franca nell'espressione;e che scarseggiando di scienza, lasciava maggiorcampo al meraviglioso e al soprannaturale. Compassionaronoil medioevo perchè mancava delle comoditàdomestiche: ma ciò è gusto e abitudine, non prova disociale inferiorità; nè que' raffinamenti di pulizia avanzataentravano nei bisogni o ne' pensieri di alcunaclasse, come oggi non ci crediam meno felici perchènon navighiamo sott'acqua o non veleggiamo i campidell'aria.
La letteratura accademica, che annettevasi direttamentea