EDOARDO CALANDRA
LA BUFERA
1899
ROUX FRASSATI e Cº Editori
TORINO.
PROPRIETÀ LETTERARIA
(2048)
ALLA MEMORIA DI MIO PADRE
[1]
Quando nel gran mondo torinese di cento annifa, si veniva per caso a discorrere del castelloe del parco di Racconigi, accadeva spesso disentir soggiungere:
— Anche i Claris hanno una bella campagna da quelleparti.
Però il marchese Enrico Costa de Beauregard, che nel1796 scriveva: — Raconis est un des plus beaux lieux dumonde — non avrebbe potuto in buona coscienza dir altrettantodi Robelletta. Rari amici e conoscenti si recavanoa visitare la contessa al tempo della villeggiatura; e la villadi casa Claris, meglio che a questi pochi, doveva forse lasua fama ai molti che non vi erano mai stati.
Tenendosi in Polonghera, sulla fine del secolo XVII, lagrossa gabella del sale proveniente da Nizza, mentre sene mandava una grossa parte a Torino sui barconi del Po,con l’altra si provvedeva, per mezzo di carri, Murello, Racconigi,[2]Cavallerleone ed altri comuni vicini. La strada percui passavano questi carri è detta anche oggidì stradadel sale.
In un punto di questa sboccava un viale largo e diritto,che metteva, tra due sfilate d’olmi, a un cancellone diferro, ritto fra pilastri guarniti di brutte arpie di pietramolto mal scolpite. Quello era l’ingresso di Robelletta.Il fabbricato poi si divideva in due parti: una signorile el’altra rustica. La parte signorile, di due piani, oltre il terreno,aveva una facciata schietta e severa, senz’altri ornamentiche un terrazzino con graziosa ringhiera di ferrobattuto, ed una gran meridiana scrostata e scolorita. Cigolavanoalte sul tetto due ventaruole, tutte rugginose, conl’iscrizione C. d. R. 1777. Nella parte rustica, assai piùbassa e più lunga, erano le stanze dei contadini, la stalla,i magazzini, il fienile. Una grossa muraglia, con un portonequasi sempre chiuso, separava il cortile dall’aia, i signoridai servi.
Dietro la casa era il giardino, che sebbene vago e assaigrande, non aveva che far con un parco.
Tutti gli anni, quando la stagione si faceva propizia, ilconte Annibale avvertiva la contessa Polissena che, a dìtanti del mese corrente, si sarebbe recato alla Florita: palazzinacon vigna situata alla sinistra della strada di Moncalieri,non lontano da Cavoretto, in luogo appartato edameno.
La contessa distribuiva tosto gli ordini, e si disponevaa partire per Robelletta.
Il cavaliere Telemaco Mazel della Comba, informato diquanto avevano stabilito i due coniugi, deliberava subitodi fare una visita ad un certo suo castellotto, posto tra Cavallerleonee Cavallermaggiore, e veniva ad offrire la suacompagnia alla dama, della quale era da anni svisceratoammiratore ed amico.
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La partenza e l’arrivo seguivano nel giorno prefisso,sempre nello stesso modo e colle stesse formalità.
Una bella mattina, a Robelletta, si vedevano giungerei barocci dei bagagli; più tardi, verso mezzogiorno, ungran veicolo pieno di servitù; infine nel pomeriggio, precedutadal cavaliere Mazel, che si compiaceva di far dabattistrada, la ca