LA
VITA ITALIANA
DURANTE LA
Rivoluzione francese e l'Impero
Conferenze tenute a Firenze nel 1896
DA
Cesare Lombroso, Angelo Mosso, Anton Giulio Barrili, Vittorio Fiorini, GuidoPompilj, Francesco Nitti, E. Melchior de Vogüé, Ferdinando Martini, Ernesto Masi,Giuseppe Chiarini, Giovanni Pascoli, Adolfo Venturi, Enrico Panzacchi.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1897.
PROPRIETÀ LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.
Tip. Fratelli Treves.
L'arte italiana, verso la metà del secolo XVI,era stata vinta dall'antichità classica; e la suanatura male traspariva sotto il peso delle corazzee degli elmi, il viluppo delle clamidi e dei pepli.Non parlava più nell'idioma di Dante, non dicevanella lingua del popolo; perchè dai fòri, dai templi,dalle terme una folla di statue era uscitacome una fuga di bianche ombre a inaridire ilsuolo toccato dai loro calzari. La tradizione cristianae le forme neo-latine cessarono; e l'imitazionedell'antico determinò un'arte tutta a formulegrammaticali, entro cui più non era l'animailluminata dalla fede, lo spirito della vita nuova.Passarono il nuovo Achille chiomato, coi muscoligonfi, la testa incassata nell'elmo; Ercole poderosoe Bacco ubbriaco, ma tutti quegli eroi, queiSemidei e quegli Dei rivissero in una cerchiaangusta, senz'aria. Il popolo li aveva dimenticati,elaborando le immagini della Vergine, del Cristoe dei Santi; e l'umanesimo che li aveva scavati,non s'era accorto di dare alla luce mummie, noncorpi vivi.
[488]La maschera antica rimase confitta sulla facciadell'arte lungo il secolo XVII, benchè i barocchine torcessero in un ghigno le labbra, e la sciupasseroognor più nelle loro gazzarre carnevalesche.La maschera apparve tra i blocchi dimarmo, i dirupi di macigno e i torrenti di bronzo;e intanto nelle magnifiche pompe, ne' meravigliosiapparati da festa, nell'aggrovigliarsi di giganti,nel ritorcersi de' colonnati dei curvi edifici,non v'era rifugio per l'anima in cerca dipace e di affetti. Giunto il secolo XVIII, l'artesi immiserisce, si gingilla, prende gaie proporzioniminori, si attorciglia com'edera, si volve amo' di chiocciola, si rompe in ischegge, esce inisprizzi, si riversa nelle cascatelle d'Arcadia. Ele figure umane perdono le ossa, e si sprigionanocon le chiome al vento, e le braccia in atteggiamentosgangherato o convulso, da enormicappe di marmo, o tra roccie e nuvoli. Allorafu che l'antichità classica attrasse di nuovo, comesirena a' suoi amplessi, l'artista moderno. BenedettoXIV dal trono bandiva la crociata per ilclassicismo; e Winckelmann suonava a raccoltaintorno ai simulacri greco-romani. Tutta l'artericadde nell'imitazione! Quando, verso la metàdel secolo XVI, era avvenuto lo stesso fenomenodel sopraccaricarsi dell'antico sul nuovo, l'arte,già arrivata al massimo grado