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STORIA
DELLE
REPUBBLICHE ITALIANE
DEI
SECOLI DI MEZZO

DI

J. C. L. SIMONDO SISMONDI

delle Accademie italiana, di Wilna, di Cagliari,
dei Georgofili, di Ginevra ec.

Traduzione dal francese.


TOMO XI.


ITALIA
1818.

[3]

STORIA

DELLE

REPUBBLICHE ITALIANE


CAPITOLO LXXXIII.

Lorenzo de' Medici subentra nel creditodi suo padre sopra la repubblica fiorentina. — Fastoed ambizione dei nipotidi Sisto IV; prima campagna diGiuliano della Rovere, che in appressafu Giulio II. — Progressi de' Turchi;primo assedio di Scutari; assedio diLepanto; presa di Caffa.

1469 = 1475.

Fin qui abbiamo veduto la repubblicafiorentina collocarsi nel centro di tuttele negoziazioni, dirigendo tutti gli avvenimenti,ed avendo per lo meno qualcheparte in tutte le rivoluzioni, in tutte leguerre d'importanza che agitarono l'Italia.Ma sotto l'amministrazione de' Medici,Firenze non si sostenne in così elevato[4]rango; acconsentì di essere dimenticatanell'equilibrio dell'Italia; le rivoluzionide' vicini stati si concatenarono le unecolle altre senz'essere da lei dirette, osenza che ella si sforzasse di contenerle; edopo avere passate in rivista queste grandiscene della politica, siamo costretti ditornare a dietro per vedere ciò che accadevain questo tempo nella sua internaamministrazione. Noi la troviamo languenteper la precaria sanità del suo capo,o debole per l'estrema giovinezza di quelloche gli succede; la vediamo partecipareall'infelicità delle reggenze delle minorità,e comprendiamo in qual modo contale cambiamento di spirito dovette spegnersila sua forza.

D'uopo era che l'antico amore deiFiorentini per la libertà fosse estremamenteindebolito, perchè la morte diPietro de' Medici non cagionasse una rivoluzionenella repubblica. Di già il vecchioCosimo, dopo avere fondata la suaautorità piuttosto nella superiorità dellericchezze che ne' grandi servigi, l'avevatrasmessa a Piero, suo figliuolo, comeparte della sua eredità. Ma Piero eragiunto a quella matura età che richiedevasi,perchè la repubblica potesse ubbidirglisenza vergogna. Le sue infermità[5]lo avevano precocemente posto nel numerode' vecchi; egli era forse più stimatoe meno temuto, perchè sembrava cheomai non potesse sentire le passioni deglialtri uomini. L'abituale sua dimora incampagna, le difficoltà e la lentezza concui trasportavasi in lettica, quando tuttiviaggiavano a cavallo, dava una certaquale apparenza di dignità a colui, chemai non ommettevasi di consultare comeun oracolo in tutte le più importanti occasioni.Quando Piero morì non lasciòper capi della famiglia che i due suoifigli, il maggiore dei quali, Lorenzo,non giugneva ai ventunanni[1]. Facevatorto all'onore della repubblica, che venerabilimagistrati, invecchiati ne' pubbliciimpieghi, rispettati da tutta l'Europa,ed accostumati a d

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