CAPITALE E MANO D'OPERA


LE

COMMEDIE

DI

VALENTINO CARRERA

..... Se voeren sti poetta

Ciappottan i passion, moeven el cœur,

Hann de toccann i tast che ne diletta,

Ciapann, come se dis, dove ne dœur;

Senza andà sui baltresch a tirà a man

I coregh e i scuffion gregh e roman!

Carlo Porta.


VOLUME PRIMO


TORINO
TIPOGRAFIA L. ROUX E C.
1887


L'editore e l'autore, osservati tutti gli obblighi, intendono difruire di tutti i diritti della proprietà sia per la riproduzionee la traduzione, che per la rappresentazione.

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CAPITALE E MANO D'OPERA

COMMEDIA IN QUATTRO ATTI.

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NOTIZIA

Portare sul palco scenico la lotta così altamente drammaticae moderna fra i capitali dell'ingegno e del danaroe la mano d'opera, e trarne per conseguenza, senzadanno dell'arte, non il troppo facile eccitamento all'odioed alle rappresaglie cieche e selvaggie, ma il convincimentodell'inevitabile ed urgente necessità di armonizzaretutti gli interessi senza ferirne alcuno, non era, or sonosedici anni, cosa tanto agevole quanto possa ora supporreil lettore: la era anzi temeraria.

Tutti i comici hanno sempre avuto una dichiarata avversioneper ogni lavoro che inspirandosi alla vita contemporanea,metta in iscena personaggi desunti dall'osservazionedel popolo, per quanto questo sia l'unica sorgentesempre viva e feconda dell'originalità; e così l'autore dellaQuaderna di Nanni, fallitogli il tentativo di fondare conRaffaello Landini, uno dei più potenti comici ed intemeratigalantuomini ch'egli abbia conosciuto nell'arte, unteatro popolare toscano, come Giovanni Toselli avevafatto nel dialetto piemontese ed Angelo Morolin nel veneziano,s'era dovuto contentare, per farla battezzare dinanzialla severa autorità del pubblico fiorentino, d'una compagniadi second'ordine. Buon per lui che la compagnia,per eccezione, era composta di attori volonterosi ed ordinati,e questo per attori italiani equivale sempre aldire capaci d'ogni più bello ed inatteso miracolo.

Per quest'altra, scritta allora appunto che ogni menteera affannosamente rivolta verso la Francia agonizzantein preda al delirio del vizio e della paura, aveva trovatodi primo acchito il migliore di quanti capicomici abbiaavuto l'Italia dopo Gustavo Modena: Luigi Bellotti-Bon,uomo di iniziativa se mai ce ne fu, sempre vago di novitàardite, largo dispensatore di benefizi e di incoraggiamenti,e grande raccoglitore, da ogni parte, di ingratitudini.Ma nè la sua autorità, nè l'esempio di due valorosiattori, Luigi Biagi ed Enrico Belli-Blanes, valsero a vincerenè la prima attrice ricusante la sua parte alla primaprova, nè altri che aveva chiaramente dimostrato di volerfare altrettanto quando non v

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