LA SPADA DI FUOCO.


LA
SPADA DI FUOCO

RACCONTO

DI

ANTON GIULIO BARRILI

MILANO
Fratelli Treves, Editori
1909

Quarta edizione.


PROPRIETÀ LETTERARIA.

I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservatiper tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l’Olanda.

Tip. Fratelli Treves.


[1]

LA SPADA DI FUOCO

I.Dieci anni dopo.

Al teatro Apollo di Roma, si era aperta la stagioneinvernale (o di carnevale e quaresima, se vogliamostare ai cartelloni dell’impresario), si eraaperta, dico, con l’«Aida» del Verdi. Sempre nuovaquella musica, dopo dieci anni che la duchessa Serenadi San Secondo l’aveva udita per la prima volta:sempre nuova e sempre bella, come ogni operad’arte che abbia forte struttura, larghi contorni,giusta distribuzione di parti, sobrietà d’ornamenti.Così il Partenone.... Ma noi parliamo dell’«Aida», eil paragone ha da essere un altro. Così un tempioegiziano, massiccio insieme ed elegante, disfida i secoli,non pure col granito di Siene, onde ha le colonneformate, ma ancora con la policromìa vivacedei capitelli figurati, o delle fasce istoriate; e dopoaver detto tanto, co’ suoi enimmi scolpiti, ad un Belzoni,ad un Champollion, ad un Mariette, ha ancoraqualche cosa da dire, e chi sa? forse la miglior parte,al Maspèro.

Una bella donna, se mi permettete il salto prodigioso(ma qui, lettori miei, si può cascare senza pericoloperchè si cascherebbe in ginocchio) una belladonna del pari. Quante cose non dice una bella donna,dai primi sorrisi dell’alba vermiglia, alle ultime carezzedi un tramonto dorato! Degnatevi di osservareche io non conto gli anni, ma uso l’eufemismo di una[2]garbata perifrasi. A certi narratori della scuola modernapiacque di mettere i puntini sugli «i», e di tradurrein cifre arabiche il principio e la fine dellaetà romanzesca di una bella donna. Uno, il maestro,studiò la donna a trent’anni, e non ricordo che latrattasse coi guanti; un altro, lo scolaro, la prese aquaranta, e la mise senz’altro in berlina. Più feliceda questo lato, e più galante, con tutta la sua terribilfama di uomo salvatico e dal cuore di macigno, unillustre italiano uscì in questa dimanda, che è comeun grido dell’anima: «Si ama egli forse col calendarioalla mano?»

Diciamo, per essere nei confini del vero, che unadonna è amabile, nel primo significato della parola,fino a tanto che le apparenze l’aiutano. Beata sicuramentecolei che ai trionfi della bellezza, così prestoinvidiata dal tempo, può accompagnare in propiziastagione i piaceri indefettibili della intelligenzae le ineffabili consolazioni della bontà: due provvidiinnesti, che le consentiranno di non rimaner mai conl’anima vuota e col cuore inaridito. Incomincierà alloraper lei l’autunno dai frutti più saporiti e fragranti,l’autunno tiepido co’ suoi meriggi gloriosi ele sue sere solenni. Lo stesso inverno, al riparo dallegelate, avrà per lei, nella conscia stanza dei padri,come un allegro scoppiettìo di focherello domestico,il passeraio ameno, i vezzi amorosi, i baci vivificantidelle nuove

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