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CHE COSA È L’ARTE?


Leone Tolstoi

Che cosa è l’arte?

Traduzione autorizzata dall’autore

PRECEDUTO DA UN SAGGIO DI
Enrico Panzacchi:

Tolstoi e Manzoni nell’idea morale dell’Arte

MILANO
Fratelli Treves, Editori
1904

Quinto Migliaio.


PROPRIETÀ LETTERARIA

Tip. Fratelli Treves.


[v]

TOLSTOI E MANZONINELL’IDEA MORALE DELL’ARTE

SAGGIO DI
ENRICO PANZACCHI[1]

I.Il libro di Tolstoi: Che cosa è l’Arte?

È un libro che meriterebbe di essere confutatoda Ernesto Rénan. Quanto a idee generali, essonon ci apporta grandi novità circa la mente dell’autoresull’arte e il suo ufficio nel mondo. Leggendolosi pensa alla Sonata a Kreuzer e si trovanocose già dette nel volume Zola, Dumas etGuy de Maupassant. Ma lo svolgimento della tesiè molto più largo e profondo; e ne esce più fortemente[vi]ribadita la condanna dell’arte contemporanea.

“Un giorno„ raccontava l’autore nel suo volumetradotto nel 1896, “mi venne mostrato daun pittore celebre un suo quadro rappresentanteuna processione. Ogni cosa vi era mirabilmenterappresentata; ma non appariva dal dipinto alcunsentimento dell’autore verso il proprio soggetto.Gli domandai:

“— Dunque voi considerate le processioni comeutili?

“— Il pittore, avendo l’aria di compatire allamia ingenuità, mi rispose che di questo non s’eraoccupato mai. Egli badava unicamente a dipingerela vita.

“— Ma voi avrete almeno l’idea del vostrosoggetto?

“— Non ne so niente!

“— Allora voi odiate queste cerimonie religiose?

“— Nè le amo nè le odio....

“E la risposta fu accompagnata da un verosorriso di compassione. Io facevo semplicementela figura di uno sciocco, davanti a questo artistamoderno di alta fama, che dipinge la vita senzaintendere, senza amare e senza odiare le manifestazionidella vita che trasceglie per il suolavoro.„

E Leone Tolstoi ne concludeva che questa èla grande colpa da cui derivano le grandi miseriedell’arte del nostro tempo. Gli artisti tutti:pittori, scultori, poeti lirici, poeti drammatici,romanzieri, non trattano un argomento perchè[vii]la loro anima sia portata verso di esso da amoreo da odio; ossia da un’interna ragione d’indolemorale. Chi li muove adunque? Il solo fine diprodurre nei loro simili un senso di stupore mediantela rappresentazione della vita; oppure unsenso di piacere mediante la rappresentazionedella bellezza. La maggior parte degli uomini,nella nostra società borghese, si contenta dellostupore artistico e delle grosse e violenti sensazioniche sono generate da lui. Un numero piùristretto, i delicati, gli estetici, par che vadanoun po’ più in su col loro desiderio, domandandoai pittori, ai poeti e ai musici di essere dilettaticon le rappresentazioni di forme belle. Ma anchequesta distinzione di pubblico vo

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